Welcome Back

Ero tornata a Londra da neanche una settimana dopo due anni passati in giro per l'Europa. Avevo visto paesaggi incantevoli, mangiato piatti squisiti e incontrato gente davvero cordiale. Si mi mancavano i miei affetti, soprattutto la mia cara zia, e i miei amici e proprio loro erano stati il motivo del mio ritorno.
Quella mattina sarei dovuta andare in cerca di un qualche lavoro, per mantenermi nelle mie spese personali. Girai per più di un'ora lasciando il mio curriculum qua e là, quando stanchissima decisi di fermarmi in uno Starbuck's per prendermi un bel frappuccino ghiacciato al caramello, il mio preferito. Era piuttosto affollato, ma riuscì lo stesso a trovare un tavolino libero e mi sedetti. Presi il mio cellulare e mandai qualche messaggio, magari qualche amico era in zona e ci saremmo potuti incontrare.

Ero arrivato da almeno una settimana a Londra, quella settimana la passai a sistemare casa ed ambientarmi in quella nuova città così piena di persone ma allo stesso tempo così tranquilla. Avevo trovato una casa perfetta per me, era al centro della città ed era grande al punto giusto, questa città iniziava a piacermi.
Quel giorno era forse il primo giorno che non dovevo pensare alla casa, così decisi di fare un giro per capire cosa avevo vicino casa. Trovai una libreria e entrai subito a comprare un libro, mi piacevano i libri e magari quel libro mi sarebbe stato utile per la lingua, anche se parlavo molto bene l'inglese. Uscito dalla libreria continuai il mio giro guardando ogni singolo negozio che mi trovavo davanti, fino a quando non arrivai davanti Starbuks. Adoravo quel posto, spesso mi andavo a rifugiare lì a leggere qualche libro e a bere qualche frappuccino e visto che mi trovai con un libro in mano decisi di entrare per ricordare i vecchi tempi. Appena entrato mi recai al bancone a prendere il mio frappuccino preferito, poi cercai un posticino tranquillo dove sedermici e farmi i fatti mieni. Lo trovai e mi ci sedetti, presi il mio libro e iniziai a leggerlo mentre bevevo alcuni sorsi del mio frappuccino.

Per un po' non ricevetti alcuna risposta quindi sorseggiando tranquillamente il mio frappuccino mi misi ad osservare la gente. Mi piaceva farlo, vedere le abitudini degli altri o il loro modo di relazionarsi fra di loro e qual'erano i gusti preferiti. Tanti erano seduti da soli, la loro unica compagnia era un portatile su cui digitavano in modo nevrotico, forse per via del caffè caldo che bevevano. Altri si erano appena riuniti con degli amici e scambiavano quattro chiacchiere. In tutto l'insieme mi colpì un ragazzo: era solo, come me, e leggeva tranquillamente un libro. Come fa a concentrarsi su un libro con tutto questo chiasso? Pensai.
Sentì il cellulare vibrare nella mia tasca ma non ricevetti alcuna risposta positiva. Appena avrei finto la mia bevanda me ne sarei andata.

Sorseggiai il mio frappuccino mentre ero concentrato sulla lettura di quel libro, era molto semplice da comprendere, forse anche per il fatto che ero molto bravo in inglese e non era difficile tradurre un testo.
Alzai la testa per dare un'occhiata fuori dalla vetrina e notai che il sole stava calando e fuori la città era illuminata da quella poca luce rossa che rimaneva. Notai che una ragazza mi stava guardando, che voleva, ci scambiammo un'occhiata, era una ragazza molto carina, sembrava alta e aveva una massa di capelli rossi che le cadevano sulle spalle, sembrava una tipica ragazza inglese. Capii subito che quella poteva essere una buona occasione per fare nuove amicizie in quella nuova città, così mi alzai dalla mia sedia prendendo le mie cose e mi andai a sedere nella sedia vuota davanti la sua. Ciao dissi una volta arrivato, io sono Dan, piacere di conoscerti continuai con il mio accento prettamente tedesco, nonostante ero molto bravo e riuscivo a camuffarlo molto bene, spesso si sentiva che ero tedesco. Mi sedetti lì ed aspettai una sua risposta.

Alzai lo sguardo dal mio cellulare e mi ritrovai davanti il ragazzo che avevo visto un attimo prima leggere. Restai in silenzio per qualche istante, perché colta alla sprovvista, poi risposi con un leggero imbarazzo Ciao, piacere mio. Io mi chiamo Elizabeth.
Sin dalle sue prime parole avevo notato un forte accento, sicuramente non inglese, nonostante parlasse correttamente. Quindi, curiosa come sono, passai subito all'attacco Non sei inglese, vero? dissi con un leggero sorriso.