Relax... Take it easy!

Passeggiare tra gli alberi e i sentieri del St. James Park per Anjy era sempre una cosa meravigliosa. Se poi in spalla aveva la sua fidata chitarra, beh mica poteva portarsi il pianoforte appresso ogni volta, sarebbe stata di sicuro una giornata meravigliosa.
Aveva appena finito gli allenamenti, cacciare i vampiri era seriamente molto faticoso, ma a lei andava bene così, era il suo compito, il suo dovere, lo faceva soprattutto per i genitori.
Trovó uno spiazzo verde all'ombra di un salice piangente, si andó a sedere e dopo aver estratto la chitarra, si mise a suonare qualcosa, una melodia antica e arcana, di origini celtiche, imparata perchè era la ninna nanna che le cantava la madre da piccola prima di addormentarsi.

Ma dove sono finita?? Solo un attimo prima ero nel grazioso salotto di casa mia ad esercitarmi con qualche incantesimo e adesso mi ritrovo in un parco. Avrò sbagliato qualche formula...
Per fortuna mi ero materializzata fra degli alberi e nessuno sembrò essersi accorto del mio arrivo improvviso. Con aria furtiva mi guardai intorno per capire meglio in quale parco mi trovavo, ma non trovando alcun indizio decisi di gironzolare fra i sentieri alla ricerca di un qualsiasi cartello. Camminai un po' fino a quando scorsi in lontananza un magnifico palazzo, Buckingham Palace. Dovevo essere sicuramente al St.James.
Continuai a vagare fino a quando una strana melodia mi arrivò all'orecchio: mi voltai e vidi che era una ragazza con la sua chitarra che all'ombra di un albero si dilettava a suonare. Mi piaceva quel suono perciò mi sedetti anche io all'ombra di un albero a qualche metro da lei e rimasi in ascolto appoggiata al tronco. Chiusi gli occhi e cominciai a pensare.

Stava suonando tranquillamente quando il suo telefonino squilló, nella tasca dei pantaloni e siccome era inserita anche la vibrazione, la ragazza per poco non fece cadere anche la sua preziosissima chitarra, gliel'avevano regalata i nonni quando aveva compiuto i suoi quattordici anni, l'anno in cui era diventata cacciatrice a tutti gli effetti.
Mise la chitarra sopra la custodia in pelle nera, per evitare che si danneggiasse e prese il telefonino di tasca. Un'iphone di ultima generazione, lesse il nome di chi la chiamava e fece scorrere il pollice della mano con cui teneva il il telefono per riuscire a rispondere.
Pronto! disse con la sua voce squillante. Il numero era sconosciuto e non sapeva chi diavolo fosse. Dall'altra parte silenzi e risa.
Oh un'altro di quei babbei che vuole invitarmi ad uscire. pensò.
Chiuse la chimata e silenziò il telefono per poi riprendere a suonare, la stessa melodia di poco prima.

L'aria salubre che si respira nei parchi, gli odori di alcuni fiori già sbocciati, il mormorio della gente in lontananza mi facevano ricordare i momenti più belli della mia infanzia, quando i miei genitori portavano me e mio fratello nell'area verde vicino alla nostra casa. Giocavamo e ridevamo fino a quando eravamo così stanchi da addormentarci sulle spalle dei nostri genitori che ci riportavano a casa. Mi mancava terribilmente la mia famiglia, strano, fino a qualche tempo prima non avrei mai pensato ad una cosa del genere, anzi ero fiera di me stessa per il coraggio che avevo avuto a scappare via di casa e vivere la mia vita da sola. Chissà che un giorno tutti i nostri dissapori sarebbero passati e avremmo vissuto felici come una vera famiglia unita.
All'improvviso lo squillo di un telefono mi fece sobbalzare e aprì di scatto gli occhi. Mi voltai e notai che la ragazza che suonava aveva posato la sua chitarra e si accingeva a rispondere. Non mi sembrò opportuno rimanere lì a fissarla così mi girai di nuovo e rimasi in ascolto.

Anjelika si era scocciata.
Ogni volta la stessa storia, possibile che nessuno avesse una propria vita? Possibile che nessuno sapeva farsi una manica di cavolacci propri e la lasciasse stare? I ragazzi alle volte erano insopportabili!
LAsciò perdere e riprese a suonare, ma qualcosa la interruppe.
Un rumore la fece scattare... Posò la chitarra e si alzò in piedi, prendendo il coltello che portava dentro i suoi stivaletti, guardandosi intorno.

Sentì un rumore di foglie provenire dalla mia destra: mi voltai e vidi un tenero scoiattolo che era appena spuntato da un cespuglio. Cercai di alzarmi per accarezzarlo e giocare un po' con lui ma persi l'equilibrio e caddi distesa a pancia in giù sul prato. L'animaletto spaventato dai miei movimenti bruschi scappò.
Delusa mi alzai di nuovo da terra e con la coda dell'occhio vidi un ombra non molto lontana da me. Girai lentamente la testa e vidi la ragazza che fino ad un momento fa suonava la sua chitarra in posizione di difesa e con un coltello in mano. Forse era stato il mio tonfo a farla sobbalzare, ma era comunque strano che girasse con un coltellino e al minimo rumore lo tirasse fuori.
Per paura che fosse una persona pericolosa alzai le mani e le rivolsi un timido 'ciao' per poi tornarmene dietro il tronco dell'albero.

Uno scoiattolo.
Certo che aveva proprio i nervi a fior di pelle la ragazza, tanto che aveva spaventato una ragazza. Una ragazza che la salutò in maniera timida ed impacciata, quasi avesse paura di lei.
Già ma perchè aveva paura? Oh il coltello.
Si avvicinò senza fare rumore e si affacciò da dietro l'albero.
Scusa. SO che può sembrare strano ma sicocme l'ultima volta che sono stata qui mi hanno aggredita... disse riferendosi al coltello... Non poteva certo dire che era una cacciatrice di vampiri, l'avrebbe di sicuro presa per pazza.

Ero appena tornata al mio posto, nascosta dal tronco, quando la ragazza mi spuntò a fianco per scusarsi del suo gesto. Rimasi colpita per questo, non me lo sarei mai aspettata, forse ero io a dovermi scusare per averla fatta sobbalzare. Mi dispiace di averti spaventato, anzi sono io a dovermi scusare. In questi ultimi tempi sono un po' maldestra.

La ragazza sorrise dolcemente e fece spallucce.
Non importa va bene lo stesso, cioè non avrei dovuto reagire io così, e ti prego non pensare che io sia pazza disse con un grande e bel sorriso.

La prima impressione che avevo avuto su di lei non era stata fra le migliori, ma sentendola parlare non sembrava poi così strana. Sorrisi quando mi disse di non essere fuori di testa, perché infondo l'avevo pensato davvero. Poi tornai seria e decisi di chiederle dell'aggressione, sempre se voleva parlarmene. Ma se sei stata aggredita proprio in questo parco come mai hai deciso di ritornarci? Io mi spaventerei. Anche se ripensandoci, un comune mortale non mi sarebbe stato difficile da mettere KO. Ma questo non potevo dirglielo.

Ed ecco la fatidica domanda!
Anjy avrebbe voluto sprofondare, come avrebbe fatto a parlare di vampiri? Non poteva era contro il codice dei cacciatori!
Beh alle volte è necessario tornare in posti come questi. Alcune persone sono diverse dalle altre e non è detto che queste persone siano solo una... Diciamo che è come mio compito trovarle e farle arrestare.. disse.
Oddio ma che aveva detto? Manco lei lo sapeva!

Mmmmh pensai, corrucciando un po' la fronte. L'avevo messa in imbarazzo e infatti la sua risposta era piuttosto criptica. Restai in silenzio per altri secondi cercando in qualche modo di capire.
Alla fine decisi per la cosa più ovvia Sei della polizia? Strano, fino a quel momento ero solita immaginare i poliziotti, forse anche grazie ai film, come delle persone impavide, che non sarebbero sobbalzate al minimo rumore, o che comunque non avrebbero reagito così d'istinto. Di solito dicevano che la calma in certe situazioni era fondamentale.

La ragazza sbarrò gli occhi.
Polizia? Ok era la prima volta che le davano della poliziotta!
Oh nono! Sono troppo piccola per essere una poliziotta! disse la giovane rilassando i muscoli facciali.

Effettivamente non avevo fatto caso all'età e la mia domanda risultò stupida. Anche se volendo poteva avere l'età giusta ma magari li portava bene, quindi alla fine le avevo fatto un complimento indirettamente. Ok stavo pensando troppo... Lasciai perdere questi ragionamenti insensati ma rimasi a corto di idee quindi andai sul generico Beh è stata la prima cosa che ho pensato. Dissi sorridendo.

Anjelika sorrise dolcemente come niente fosse.
E tu come mai sei al parco? le chiese osservandola, era una ragazza carina e sembrava anche molto gentile.
Era un'umana? Non lo sapeva, ma non le sembrava un vampiro...